Iniziazione alla preghiera (B) 8
Tutto il Vangelo di san Giovanni è pieno della persona di Gesù, il Figlio di Dio. Per Giovanni, Gesù è una presenza continua, che sempre agisce. La grande scelta riguarda la fede in Gesù.
Gv 8,21-32: ”Se non credete che Io sono, voi morrete nei vostri peccati”(v. 24).
”Io sono”(vv. 24,28,58) è la parola ”Jahvé” in ebraico.
Es 3,13-15: Dio rivela Mosè il suo nome.
Jahvé: – “io sono colui che” è cioè il Dio eterno la cui essenza è di esistere.
– “io sono colui che sono” a significare il
mistero di Dio, il quale non si può paragonare a
nessun altro essere.
Gesù applicandosi la parola ”io sono” si fa uguale a Dio (Gv 10,31-33). La vera fede in Gesù consiste dunque nel vedere in Lui la presenza di Dio. La realtà invisibile di Gesù è il Padre che abita in noi, anzi che gli è unito nell’unità della stessa natura.
La fede è sguardo sulle realtà invisibili. Con lo sguardo della fede impariamo a discernere dietro le apparenze la presenza e l’azione di Dio.
LA FEDE (Eb 11)
”La fede è il fondamento delle cose che speriamo e la prova delle cose che non vediamo”(Eb 11,1).
Eb 11,3: la creazione. Comunemente, per noi la realtà è quella che vediamo e tocchiamo. Lo sguardo della fede discernere il fondamento stesso, che è invisibile del mondo materiale.
Eb 11,8-10: la fede di Abramo.
Fede concreta che sa ritrovare nella vita la disposizione divina e diventa obbedienza alla volontà di Dio.
La fede non è puro convincimento intellettuale, bensì
disponibilità a compiere la volontà di Dio, inizio di speranza e di
amore.
Eb 11,11-16: lo sguardo di fede si rivolge alla vita eterna.
Credere alla potenza vivificante di Dio. Dio è Dio della vita, egli la
contiene in sé stesso e la comunica fino alla vita eterna.
Eb 11,23-27: la fede di Mosé.
L’atteggiamento fondamentale della fede: ”come se vedesse l’invisibile”.
Ecco il paradosso della fede: l’invisibile diventa in qualche modo visibile.
Non che vediamo direttamente la presenza di Dio, ma indirettamente l’esperienza della fede fa scoprire una realtà diversa da quella che i nostri sensi e la nostra ragione naturale ci presentano come l’unica realtà.
Ciò significa che per noi la parola di Dio è espressione della verità della nostra vita umana, anche quando sembrasse essere contraria all’evidenza razionale.
E, soprattutto, questo significa che noi in Cristo non vediamo solo l’uomo, il maestro di saggezza, ma il Figlio di Dio che ci comunica la vita e che diventando realmente presente dell’Eucaristia fa in noi la sua dimora.
Passi Scritturistici
Gv 8,21-32
21Di nuovo Gesù disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 22Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». 23E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». 25Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. 26Avrei
molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha
mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
27Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28Disse
allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora
saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha
insegnato il Padre, così io parlo. 29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». 30A queste sue parole, molti credettero in lui.
31Gesù allora disse a quei Giudei
che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete
davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»
Es 3,13-15
13Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo
dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a
voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. 14Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. 15Dio
aggiunse a Mosè: “Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri
padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha
mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con
cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Gv 10,31-33
31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». 33Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Eb 11, 1-27
1La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. 2Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
3Per fede noi sappiamo che i mondi
furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha
preso origine quello che si vede.
4Per fede Abele offrì a Dio un
sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato
giusto, attestando Dio stesso di gradire i suoi doni; per essa, benché
morto, parla ancora.
5Per fede Enoch fu trasportato via,
in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo
aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette
la testimonianza di essere stato gradito a Dio. 6Senza
la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s’accosta a
Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo
cercano.
7Per fede Noè, avvertito divinamente
di cose che ancora non si vedevano, costruì con pio timore un’arca a
salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e
divenne erede della giustizia secondo la fede.
8Per fede Abramo, chiamato da Dio,
obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì
senza sapere dove andava.
9Per fede soggiornò nella terra
promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come
anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
11Per fede anche Sara, sebbene fuori
dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne
fedele colui che glielo aveva promesso. 12Per
questo da un uomo solo, e inoltre gia segnato dalla morte, nacque una
discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia
innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
13Nella fede morirono tutti costoro,
pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e
salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra
la terra. 14Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria. 15Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; 16ora
invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo
Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro
una città.
17Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, 18del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. 19Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
20Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.
21Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all’estremità del bastone.
22Per fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
23Per fede Mosè, appena nato, fu
tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il
bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.
24Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia del faraone, 25preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per breve tempo del peccato. 26Questo perché stimava l’obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto; guardava infatti alla ricompensa.
27Per fede lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; rimase infatti saldo, come se vedesse l’invisibile.