LUMEN CHRISTI B11
L’Enciclica Dominum et vivificantem (III)
Dopo aver meditato sull’azione dello Spirito nella preparazione dell’Incarnazione redentrice, vediamo ora come il mistero pasquale sia il momento storico che segna una nuova presenza dello Spirito.
Lo Spirito Santo appare quale Persona nel senso pieno della Parola, cioè come un nuovo Consolatore.
Gv 16,12-15: nello Spirito, il Padre e il Figlio continuano l’opera della salvezza.
l – Sacrificio della Croce e dono dello Spirito
“Quando me ne sarò andato, ve lo manderò” (Gv 16,7). Dopo la dipartita di Cristo, verrà per così dire affidata allo Spirito Santo la missione di distribuire i frutti della Redenzione e ciò sino alla fine del mondo.
- La fecondità del sacrificio redentore w Passaggio dal mondo del peccato al Regno di Dio (II parte dell’enciclica.
- La comunicazione della vita (III parte dell’enciclica.
- La lotta spirituale (III parte dell’enciclica). Tutto trae origine dalla morte di croce.
DV n.7: “Tra lo Spirito Santo…. e ve l’annuncerà” (cfr. n.24)
Di questa contemporaneità fra la morte di Cristo e il dono dello Spirito, il grande segno è il Costato trafitto: “Subito ne uscì sangue e acqua”. Dalla vita sotto il segno della debolezza, scaturisce la vita nuova nello Spirito.
Gv 7,37-39: cfr. n.1
Morendo nella debolezza della Carne, Gesù effonde lo Spirito.
2 – La funzione dello Spirito
Il dono dello Spirito vivificante ha come funzione di portare a compimento il mistero della Redenzione: egli è dato “per continuare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione” (IV Preghiera eucaristica)
DV n.3: “Proprio questo… in Croce”
- Lo Spirito rende viva la rivelazione di Cristo Egli ci dà la vera conoscenza di Cristo attraverso l’interpretazione autentica della Sacra Scrittura.
2Pt 1,20-21: come ha parlato nel passato, così lo Spirito continua ad agire nella Chiesa ed in ogni credente; in particolare mediante la liturgia.
- Lo Spirito ricorda alla Chiesa l’insegnamento di Cristo
DV n.4: “Poco dopo… Maestro”
Cristo è il centro di tutto il Mistero della salvezza.
- Lo Spirito indica alla Chiesa come vivere il Vangelo oggi La perenne validità delle parole di Gesù va intesa nel senso dinamico di un continuo adattamento delle esigenze evangeliche ai nuovi contesti storici e culturali.
Passi Scritturistici
Gv 16,12-15
12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.
DV n.7
Tra lo Spirito Santo e Cristo sussiste, dunque, nell’economia della salvezza, un intimo legame, per il quale lo Spirito opera nella storia dell’uomo come «un altro consolatore», assicurando in maniera duratura la trasmissione e l’irradiazione della Buona Novella, rivelata da Gesù di Nazareth. Perciò, nello Spirito Santo Paraclito, che nel mistero e nell’azione della Chiesa continua incessantemente la presenza storica del Redentore sulla terra e la sua opera salvifica, risplende la gloria di Cristo, come attestano le successive parole di Giovanni: «Egli (cioè lo Spirito) mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annuncerà».
Gv 7,37-39
37Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva 38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». 39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
DV n.3
Proprio questo Spirito di verità, Gesù chiama Paraclito – e parákletos vuol dire «consolatore», e anche «intercessore», o «avvocato». E dice che è «un altro» consolatore, il secondo, perché egli stesso, Gesù, è il primo consolatore, essendo il primo portatore e donatore della Buona Novella. Lo Spirito Santo viene dopo di lui e grazie a lui, per continuare nel mondo, mediante la Chiesa, l’opera della Buona Novella di salvezza. Di questa continuazione della sua opera da parte dello Spirito Santo Gesù parla più di una volta durante lo stesso discorso di addio, preparando gli apostoli, riuniti nel Cenacolo, alla sua dipartita, cioè alla sua passione e morte in Croce.
2 Pt 1,20-21
20Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione,21poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.
DV n.4
Poco dopo l’annuncio surriferito Gesù aggiunge: «Ma il consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto». Lo Spirito Santo sarà il consolatore degli apostoli e della Chiesa, sempre presente in mezzo a loro – anche se invisibile – come maestro della medesima Buona Novella che Cristo annunciò. Quell’«insegnerà» e «ricorderà» significa non solo che egli, nel modo a lui proprio, continuerà ad ispirare la divulgazione del Vangelo di salvezza, ma anche che aiuterà a comprendere il giusto significato del contenuto del messaggio di Cristo; che ne assicurerà la continuità ed identità di comprensione in mezzo alle mutevoli condizioni e circostanze. Lo Spirito Santo, dunque, farà sì che nella Chiesa perduri sempre la stessa verità, che gli apostoli hanno udito dal loro Maestro.