Iniziazione alla preghiera (B) 3
Oggi, meditiamo su alcuni passi di san Giovanni in cui vedremo come Cristo, che è la santità stessa, si è inserito nella vita quotidiana degli uomini. Pur essendo il Verbo di Dio (Gv 1,1-18), egli ha fatto la sua dimora fra di noi e ha condiviso in tutto la nostra condizione umana.
1 – LE NOZZE DI CANA (Gv 2,1-11)
Il suo primo segno Gesù lo fa intervenendo a un matrimonio, e
cioè alla manifestazione più umana della vita: le nozze, il banchetto,
la società, l’amore umano, la fondazione di una famiglia.
Inoltre il suo intervento riguarda un particolare non del tutto necessario: “non hanno più vino”!
– Facendo così, Gesù manifesta la sua volontà di accettare e di santificare la realtà famigliare. Questa non è solo realtà umana e molto meno realtà profana. La prima benedizione di Dio sull’unione fra uomo e donna, non è mai stata negata. Anzi, diventata sacramento cristiano, essa è portatrice di santificazione.
– Ciò vuol dire che, per quelli che fondano una famiglia, la loro vita è santificata sotto tutti i suoi aspetti. Diventa quindi possibile – pur rimanendo difficile – trovare Dio nella realtà quotidiana della vita famigliare.
– Non disprezziamo nessuna realtà concreta, ma pensiamo a farne un mezzo per vivere in pienezza la vita di fede, di speranza e di amore.
2 – LA SAMARITANA(Gv 4,1-10)
Rileggiamo ancora questo bellissimo testo e contempliamo l’umanità di Gesù.
– Egli è stanco del viaggio: Gesù ha voluto prendere su di sé
tutta la condizione umana, eccetto il peccato, e quindi la stanchezza,
così come tutte le fatiche umane (il lavoro), sono santificate da lui.
Per noi ciò significa che i limiti della nostra persona – limiti
fisici, intellettuali, di carattere, ecc. – non sono un ostacolo
decisivo per la nostra vita cristiana. Vanno accettati in unione con
Cristo, nella continua ricerca della volontà di Dio.
– Egli parla con una samaritana e, per di più, con una donna
peccatrice. Gesù lo può fare perché è unicamente mosso dalla carità e
vive nella semplicità, con una coscienza pura.
Per noi è una grande lezione: saper andare incontro a tutti gli altri per aiutarli
– senza paura: basta essere prudenti, ma non dobbiamo aver paura
delle persone diverse da noi. Noi viviamo nella fede in Cristo e da
essa riceviamo una forza insuperabile;
– senza preconcetti: vedendo in ogni persona un figlio di Dio
redento da Cristo, una persona che ha bisogno di amore e di conforto.
3 – L’AMORE CONCRETO(1 Gv 3,13-18)
Cristo ha dato la sua vita per noi, non solo morendo, ma vivendo per compiere la Redenzione. Non possiamo pensare che Cristo abbia vissuto un solo istante per sé stesso e non per noi.
La nostra fede richiede un impegno concreto e ciascuno di noi deve trovare il modo di aiutare concretamente gli altri: con i beni materiali, con l’attenzione e con l’affetto, con la comunicazione dei beni spirituali.
Passi Scritturistici
Gv 1,1-18
1In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era in principio presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.
6Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
12A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15Giovanni gli rende testimonianza
e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me».
16Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
17Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.
Gv 2,1-11
1Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». 5La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
6Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9E
come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che
non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto
l’acqua), chiamò lo sposo 10e gli disse:
«Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli,
quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino
buono». 11Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Gv 4,1-10
1Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2- sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4Doveva perciò attraversare la Samaria. 5Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9Ma
la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a
me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono
buone relazioni con i Samaritani. 10Gesù le
rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice:
‘Dammi da bere!’, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe
dato acqua viva».
1 Gv 3,13-18
13Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. 14Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
16Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. 17Ma
se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in
necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di
Dio? 18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.