San Luca, nel suo insegnamento sulla preghiera, pone chiaramente il problema della preghiera di domanda; egli insiste sulla perseveranza nel pregare e sulla benevolenza di Dio: Lc 11,1-13


Lc 18,1 14

1 – IL PROBLEMA DELL’EFFICACIA DELLA PREGHIERA
     –    Noi siamo abituati a considerare l’efficacia tecnica: l’uomo è capace di agire in tanti campi – medicina, agricoltura, genetica, eccetera – e così sembra diminuire il campo della preghiera. Perché domandare ciò che possiamo fare?
     – Perfino nel campo morale e spirituale, la nostra preghiera non sembra sempre esaurita. Sia nella nostra vita, sia per gli altri.

     Risposta:
– Tecnica e preghiera non sono in contrapposizione vera, perché quando chiediamo l’intervento di Dio, egli può agire fuori delle leggi consuete oppure, abitualmente, per mezzo delle leggi della natura o dell’azione degli uomini.
– Questa azione tecnica rientra nella Provvidenza divina. Non c’è quindi nessuna contraddizione nel chiedere l’intervento divino e agire con tutte le forze umane.

– Come le nostre preghiere sono esaudite?
     Lc 22,39-46: la preghiera di Gesù nell’orto.
     La preghiera appare necessaria per superare la tentazione ossia tutte le prove della vita.
     ”Non la  mia, ma la tua volontà sia fatta”. In ogni nostra preghiera possiamo distinguere due intenzioni:
     – l’intenzione diretta: ciò che desideriamo – è condizionata;
     – l’intenzione sottintesa ed assoluta: la volontà di Dio sia fatta. Non sappiamo infatti se la nostra intenzione diretta fa davvero progredire il Regno di Dio in noi e nel mondo.

2 – IL SENSO PROFONDO DELLA PREGHIERA DI DOMANDA
      – Dio ha voluto la preghiera dell’uomo. Egli avrebbe potuto elargire i suoi doni senza nessuna partecipazione da parte nostra, ma in effetti ha voluto darci ogni cosa per mezzo del Cristo e nella misura dell’unione con Cristo.
     Se siamo uniti tra di noi in Cristo, Dio ascolta la nostra preghiera: Mt 18,18-22; Lc 5,16.
     Una condizione: il perdono agli altri, che è segno dell’amore in Cristo.

     – La preghiera significa innanzitutto che noi riconosciamo che tutti nostri beni provengono da Dio Padre. Così la preghiera di Cristo significava un’apertura totale del suo cuore: come aveva ricevuto tutto dal Padre, sia come Figlio eterno sia come Figlio incarnato, così apriva senza sosta il suo cuore.
     Noi dipendiamo da Dio non solo in quello che riguarda il principio della nostra vita spirituale, ma anche nel suo sviluppo. L’esercizio della preghiera ci fa sperimentare in modo indiscutibile che tutto dipende da Dio.
     Perciò la durata della preghiera ha una funzione pedagogica: non che facciamo conoscere a Dio i nostri desideri, ma prendiamo coscienza della nostra dipendenza radicale da Dio:  Lc 18,1-8
     Per mezzo della preghiera Dio vuol portarci all’umiltà: Lc 18,9-14
     Noi sperimentiamo la libertà di Dio; non possiamo porre a Dio degli ultimatum

MEDITAZIONE: Lc 11,5-13
     – fiducia nella bontà di Dio
     – abbiamo il senso delle vere ricchezze


Passi Scritturistici

Lc 11,1-13
1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».

5Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

Lc 18,1-14
1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2«C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. 4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». 6E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Lc 22,39-46
39Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. 44In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

Mt 18,18-22
18In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
19In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.