Iniziazione alla preghiera (B) 23

Come abbiamo già accennato, quando si è convertito Paolo non ha avuto coscienza di rinnegare la sua fede giudaica, bensì di portarla a compimento. Questo passaggio è l’argomento di molti passi difficili delle sue lettere, e in particolare di quelle ai Galati e ai Romani, la cui interpretazione è resa ancor più difficile dal fatto che Paolo polemizza con quelli che volevano mantenere le usanze giudaiche nel contesto cristiano (Gal 2,11-16).

Mettendo da parte le polemiche, Paolo più serenamente descrive il ruolo della Legge nei riguardi della fede cristiana: la legge è stata una preparazione alla venuta del Cristo (Gal 3,23-29).

Di questa preparazione meditiamo alcuni aspetti che corrispondono meglio al tempo d’Avvento in cui entriamo.

1 – FIGLI DI DIO  NELLA LIBERTÀ

La legge aveva dettato dei comandamenti che dovevano educare i membri del Popolo eletto alla santità.
È stata una lunga educazione, perché il punto di partenza era un popolo venuto dall’idolatria, con costumi primitivi e talvolta crudeli (sacrifici umani). Partendo dalla fede nel Dio vivente e ricco di misericordia, i Padri hanno scoperto progressivamente le esigenze della vera vita morale.

San Paolo è stato molto sensibile al fatto che la Legge indicava come comportarsi senza però dare i mezzi per superare la forza del peccato. Invece, con l’apparizione del Figlio di Dio che ci ha riscattati dal peccato e ci ha dato la grazia per obbedire ai comandamenti di Dio, l’uomo è passato dalla schiavitù del peccato alla libertà dei figli di Dio (Gal 4,1-7).

Giacché siamo figli adottivi, l’unica legge è quella dell’amore, e quindi siamo totalmente liberi. La legge dell’amore, infatti, non è più costrizione esteriore, ma esigenza interiore (Gal 5,13-23).

2 – IL DESIDERIO DELLA VITA IN CRISTO

Anche se siamo salvati e liberati in Cristo, facciamo l’esperienza che la libertà non è perfetta, e cioè che il peccato non ha perso completamente la sua forza. Di questa esperienza dolorosa, Paolo fa la descrizione classica (Rm 7,14-25).

In questo tempo di Avvento, prendiamo coscienza del nostro desiderio della vera vita in Cristo. Riconosciamo che abbiamo bisogno della grazia e della luce del Cristo. Per noi, la vera ricchezza deve essere quella della vita in Cristo (1 Cor 1,4-9).

La nascita di un bambino simboleggia sempre l’inizio di nuova vita, intatta e colma di tutte le promesse. In Cristo quelle promesse sono promesse di santità e di vita.


Passi Scritturistici

Gal 2,11-16
11Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. 13E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. 14Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».
15Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, 16sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.

Gal 3,23-29
23Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo. 26Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

Gal 4,1-7
1Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l’erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo padrone di tutto; ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal padre. 3Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. 4Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. 6E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! 7Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Gal 5,13-23
13Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. 14Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. 15Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni g2li altri! 
16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 17la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 
18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. 19Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è legge.

Rm 7,14-25
14Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.

1 Cor 1,4-9
4Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, 5perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. 6La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, 7che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 8Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: 9fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!