LUMEN CHRISTI B24

L’Enciclica Redemptoris Mater (VI)

Dopo aver presentato Maria in rapporto al mistero di Cristo, l’enciclica la considera nel suo rapporto con la Chiesa in cammino. E anche sotto questo aspetto, bisogna considerare il posto centrale della fede.

RM n.27: “Ora agli albori della Chiesa… nascita”.

1 – Ministero e fede

Il Santo Padre insiste sulla distinzione fra il compito esterno della Chiesa, che rende testimonianza al mistero pasquale, e la realtà interiore della fede. Nel giorno della Pentecoste viene proclamata ed inaugurata questa missione:

At 1,1-8: la missione viene esercitata nella forza dello Spirito Santo, il quale divide i carismi nella Chiesa.

Lo Spirito Santo assiste la Chiesa nella predicazione e la sostiene nelle tribolazioni.

1Cor 12,28-31: il primo carisma è quello degli apostoli, carisma che si trasmette mediante l’imposizione delle mani.

“Maria non ha ricevuto direttamente questa missione apostolica”. La sua non è una missione esterna ma una missione interiore vissuta nella fede.
La stessa missione apostolica poi, presuppone la realtà interiore della fede:

RM n.25: “Il Concilio Vaticano II… tramonto”.

Ed è proprio nell’ordine della fede che Maria precede e supera la Chiesa pellegrina: precede perché la sua fede ha reso possibile l’Incarnazione; supera perché essa ha vissuto in modo del tutto particolare tutto il mistero dell’Incarnazione redentrice.

RM n.26: “In mezzo a loro… nel suo cuore”.

Maria quindi “ha creduto per prima”.

2 – Presenza costante

RM n.28: “Questa presenza di Maria… propria fede”.

La presenza di Maria non si riduce alla presenza iniziale agli albori della Chiesa ma si manifesta nella storia concreta dei credenti.

Tale è il senso in particolare delle sue apparizioni e comunque del culto reso dalla Chiesa universale alla Madre di Dio.

Bisogna quindi rifarsi al senso di Dio quale appare nell’Antico Testamento: il Dio dei profeti non è solo il Dio dell’inizio e della Provvidenza generale; è anche il Dio che è protagonista della storia concreta del Popolo eletto per salvarlo.

La condizione di tale intervento di Maria, Madredi Dio e Madre nostra, è la fede: tale fede significa il riconoscimento della libertà di Dio che interviene quando e come vuole; non significa però che Dio non fa nessun segno della sua costante presenza benevola ed attiva. L’intercessione della Madonna ne sottolinea il carattere materno e concreto.


Passi Scritturistici

RM n.27

Ora agli albori della Chiesa, all’inizio del lungo cammino mediante la fede che cominciava con la pentecoste a Gerusalemme, Maria era con tutti coloro che costituivano il germe del «nuovo Israele».
Era presente in mezzo a loro come una testimone eccezionale del mistero di Cristo. E la Chiesa era assidua nella preghiera insieme a lei e, nello stesso tempo, «la contemplava alla luce del Verbo fatto uomo». Così sarebbe stato sempre. Infatti, quando la Chiesa «penetra più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione», pensa alla Madre di Cristo con profonda venerazione e pietà. Maria appartiene indissolubilmente al mistero di Cristo, ed appartiene anche al mistero della Chiesa sin dall’inizio, sin dal giorno della sua nascita.

At 1,1-8

1Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio 2fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me:5Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
6Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

1Cor 12,28-31

28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. 29Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? 30Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
31Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

RM n.25

Il Concilio Vaticano II parla della Chiesa in cammino, stabilendo un’analogia con Israele dell’Antica Alleanza in cammino attraverso il deserto. Il cammino riveste un carattere anche esterno, visibile nel tempo e nello spazio, in cui esso storicamente si svolge. La Chiesa, infatti, «dovendosi estendere a tutta la terra entra nella storia degli uomini, ma insieme trascende i tempi ed i confini dei popoli». Tuttavia, il carattere essenziale del suo pellegrinaggio è interiore: si tratta di un pellegrinaggio mediante la fede, «per virtù del Signore risuscitato», di un pellegrinaggio nello Spirito Santo, dato alla Chiesa come invisibile Consolatore (parákletos) (Gv 14,26); (Gv 15,26); (Gv 16,7). «Tra le tentazioni e le tribolazioni del cammino la Chiesa è sostenuta dalla forza della grazia di Dio, promessa del Signore, affinché … non cessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la Croce giunga alla luce che non conosce tramonto»

RM n.26

In mezzo a loro Maria era «assidua nella preghiera» come «madre di Gesù» (At 1,13), ossia del Cristo crocifisso e risorto. E quel primo nucleo di coloro che nella fede guardavano «a Gesù, autore della salvezza» era consapevole che Gesù era il Figlio di Maria, e che ella era sua Madre, e come tale era, sin dal momento del concepimento e della nascita, una singolare testimone del mistero di Gesù, di quel mistero che davanti ai loro occhi si era espresso e confermato con la Croce e la risurrezione. La Chiesa, dunque, sin dal primo momento, «guardò» Maria attraverso Gesù, come «guardò» Gesù attraverso Maria. Questa fu per la Chiesa di allora e di sempre una singolare testimone degli anni dell’infanzia di Gesù e della sua vita nascosta a Nazareth, quando «serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); (Lc 2,51).

RM n.28

Questa presenza di Maria trova molteplici mezzi di espressione al giorno d’oggi come in tutta la storia della Chiesa. Possiede anche un multiforme raggio d’azione: mediante la fede e la pietà dei singoli fedeli, mediante le tradizioni delle famiglie cristiane, o «chiese domestiche», delle comunità parrocchiali e missionarie, degli istituti religiosi, delle diocesi, mediante la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuari, nei quali non solo individui o gruppi locali, ma a volte intere nazioni e continenti cercano l’incontro con la Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto, è la prima tra i credenti e perciò è diventata Madre dell’Emanuele. Questo è il richiamo della Terra di Palestina, patria spirituale di tutti i cristiani, perché patria del Salvatore del mondo e della sua Madre. Questo è il richiamo dei tanti templi che a Roma e nel mondo la fede cristiana ha innalzato lungo i secoli. Questo è il richiamo di centri come Guadalupe, Lourdes, Fatima e degli altri sparsi nei diversi paesi, tra i quali come potrei non ricordare quello della mia terra natale, Jasna Góra? Si potrebbe forse parlare di una specifica «geografia» della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, il quale cerca l’incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di «colei che ha creduto», il consolidamento della propria fede.