LUMEN CHRISTI B22
L’Enciclica Redemptoris Mater (IV)
Dopo aver caratterizzato la fede della Madonna quale obbedienza alla volontà concreta di Dio, l’enciclica ci invita a meditare l’esercizio della fede durante la vita della Madonna mettendone in rilievo l’aspetto oscuro e sconcertante
1 – La vita nascosta
Notiamo soprattutto il contrasto fra la semplicità della vita a Nazaret e il suo significato profondo nella fede.
“La fede infatti è un contatto col mistero di Dio” (RM n.17).
RM n.17: “Durante gli anni… ai piccoli”.
La vita di Dio è nascosta in Cristo, la cui realtà interiore, cioè la sua personalità è di essere Figlio unico del Padre; ed è anche nascosta in tutto il creato, in tutte le vicende della nostra storia, universale ed individuale.
Col 3,1-3: al di là delle apparenze della nostra esistenza, esiste una vita che anticipa la vita gloriosa ed eterna.
Lo sguardo della fede ci permette di scoprire dietro le apparenze, la realtà divina che fonda la nostra esistenza umana.
Notiamo bene la violenza del contrasto che, mediante la fede, la Madonna deve superare: da una parte, un bambino che ella ha dato alla luce, dall’altra il Figlio unico del Padre. Anche la sottomissione di Gesù a Maria e Giuseppe fa parte del mistero della vita nascosta.
Dio è sempre un “Dio nascosto”
Is 45,15-19: Dio è sempre nascosto, ma lo è soprattutto nella sua azione nella storia. Essa è sempre sconcertante e richiede l’attesa del disvelamento del pensiero di Dio
2 – L’oscurità della fede
La fede è oscura innanzitutto perché richiede di sottomettersi alla durata del tempo: Dio non manifesta il suo disegno in anticipo ma ci costringe ad un’adesione continua, all’obbedienza della fede
RM n.17: “Tuttavia, quando… che ha creduto”.
Non dobbiamo quindi pensare che tutto il mistero di Cristo fosse conosciuto in anticipo da Maria: ne conosceva tanto quanto era necessario per aderire pienamente alla volontà di Dio man a mano che si manifestava. Più che un comprendere, l’atto di fede è un aderire all’azione di Dio la quale si nasconde negli avvenimenti.
Tale atteggiamento si rivela con particolare forza sotto la croce. In quel momento si fa sentire con la massima intensità la tensione fra le apparenze e la realtà spirituale:
- le apparenze: il fallimento totale di Gesù, la smentita di tutte le parole che anticipavano il suo trionfo;
- la realtà: il sacrificio redentore; la morte quale condizione della risurrezione e della glorificazione.
L’atteggiamento di Maria: l’unione a Cristo e la partecipazione totale al mistero pasquale.
Passi Scritturistici
RM n.17
Durante gli anni della vita nascosta di Gesù nella casa di Nazareth, anche la vita di Maria è «nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3) mediante la fede. La fede, infatti, è un contatto col mistero di Dio. Maria costantemente, quotidianamente è in contatto con l’ineffabile mistero di Dio che si è fatto uomo, mistero che supera tutto ciò che è stato rivelato nell’Antica Alleanza. Sin dal momento dell’annunciazione, la mente della Vergine-Madre è stata introdotta nella radicale «novità» dell’autorivelazione di Dio e resa consapevole del mistero. Ella è la prima di quei «piccoli», dei quali Gesù dirà un giorno: «Padre, … hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Col 3,1-3
1 Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; 2 rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. 3 Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!
Is 45,15-19
15Veramente tu sei un Dio nascosto,
Dio d’Israele, salvatore.
16Saranno confusi e svergognati
quanti s’infuriano contro di lui;
se ne andranno con vergogna
quelli che fabbricano idoli.
17Israele sarà salvato dal Signore
con salvezza eterna.
Non sarete confusi né svergognati
nei secoli, per sempre.
18Poiché così dice il Signore,
che ha creato i cieli,
egli, il Dio che ha plasmato
e fatto la terra e l’ha resa stabile,
non l’ha creata vuota,
ma l’ha plasmata perché fosse abitata:
«Io sono il Signore, non ce n’è altri.
19Io non ho parlato in segreto,
in un angolo tenebroso della terra.
Non ho detto alla discendenza di Giacobbe:
«Cercatemi nel vuoto!».
Io sono il Signore, che parlo con giustizia,
che annuncio cose rette.
RM n.17
Tuttavia, quando, dopo il ritrovamento nel tempio, alla domanda della madre: «Perché ci hai fatto così?», il dodicenne Gesù rispose: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?», l’evangelista aggiunge: «Ma essi (Giuseppe e Maria) non compresero le sue parole» (Lc 2,48). Dunque, Gesù aveva la consapevolezza che «solo il Padre conosce il Figlio» (Mt 11,27), tanto che persino colei, alla quale era stato rivelato più a fondo il mistero della filiazione divina, la madre, viveva nell’intimità con questo mistero solo mediante la fede! Trovandosi a fianco del Figlio, sotto lo stesso tetto e «serbando fedelmente la sua unione col Figlio», ella «avanzava nella peregrinazione della fede», come sottolinea il Concilio.37 E così fu anche durante la vita pubblica di Cristo (Mc 3,21) onde di giorno in giorno si adempiva in lei la benedizione pronunciata da Elisabetta nella visitazione: «Beata colei che ha creduto».