Meditiamo ora il primo grande discorso di san Matteo da molti considerato come il compendio di tutto il messaggio evangelico: messaggio basato sulla venuta del Regno di Dio e sull’interiorità della legge morale.
1 – Le beatitudini (Mt 5,1-12)
La felicità è promessa da Dio per quelli che osservano la sua legge, che lo temono e lo amano (Salmo 112).
È giusto ricercare la felicità? Alcuni filosofi e anche
cattolici vorrebbero disinteressarsi di ogni ricerca di felicità e
pretendono di agire per puro senso del dovere. In realtà, in essi c’è
un orgoglio segreto: quello di agire con perfetta autonomia.
Il Vangelo è più semplice; esso accetta la natura dell’uomo che
tende alla pienezza di vita; la Buona Novella è messaggio di gioia.
Questa felicità però non è immediata, ma suppone un atto di fede
nella vita eterna. Il problema pratico è spesso di saper rinunciare a
una gioia immediata per godere di una gioia più profonda e più
duratura. La felicità evangelica richiede per essere gustata il senso
dei valori spirituali. Le gioie più elevati sono più difficili.
Vangelo e Regno di Dio. La morale evangelica suppone per
essere compresa e vissuta il senso del Regno di Dio nel duplice
significato di un Regno futuro ed eterno e di un Regno già anticipato
nella vita cristiana.
Tutte le beatitudini hanno rapporto col Regno di Dio (descritto
con varie parole che si riferiscono alla stessa realtà).
In pratica, il senso della vita eterna è necessario alla vita cristiana piena:
– ci distacca dalle discussioni troppo forti
– ridimensiona il valore delle realtà terrene
– eleva il nostro cuore verso gioie più elevate.
2 – La legge del cuore (Mt 5,17-48)
La legge antica era anch’essa basata su di un’alleanza con Dio
ma guardava soprattutto a definire atteggiamenti esteriori: aveva un
ruolo pedagogico (Gal 3,23-29)
Così pedagogicamente la legge forma la coscienza ma rimane estrinseca alla coscienza stessa.
La legge del Vangelo invece riguarda in primo luogo
l’intenzione, vale a dire il cuore. Essa procede dall’amore di Dio e
deve apparire come l’esigenza della vera carità.
Ad esempio
– l’amore fraterno (Mt 5,21-26): ricercare la concordia ancor prima della giustizia religiosa o della giustizia formale;
– l’amore universale (Mt 5,42-48): distinguiamo bene la carità e l’amore di simpatia. Il comandamento riguarda il voler bene, non il sentimento come tale.
– la castità: non consiste solo nell’astenersi da atti
peccaminosi ma soprattutto nell’atteggiamento interiore di rispetto
della persona e di subordinazione del rapporto corporale alla
manifestazione dell’amore.
L’importanza dell’intenzione non deve condurre a disprezzare l’azione concreta:
– Mt 5,29-30: dobbiamo essere pronti ad ogni sacrificio
– Mt 7,21-22:non contano le parole, bensì i fatti.
Per continuare la preghiera: Salmi 19; 103; 119; 101
Giacomo 2
Passi Scritturistici
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così
infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Gal 3,23-29
23Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. 26Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
Mt 5,21-26
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma
io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere
sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà
essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato
al fuoco della Geènna.
23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d’accordo con il tuo
avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti
consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in
prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Mt 5,29-30
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Mt 7,21-22
21Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». 23Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!».