Iniziazione alla preghiera (B) 6

Dopo aver meditato come la vita di Cristo si inserisca in tutta la nostra vita umana (che Cristo ha preso su di sé), meditiamo ora un aspetto complementare, e cioè che noi siamo i tralci che ricevono la vita dalla vite di cui facciamo parte.
     Fra tutte le culture, la vigna è quella che dipende di più sia da lavoro che dal ritmo delle stagioni. Essa vale di più per il suo frutto che non per il legno che non ha valore.

1 – IL POPOLO DI DIO COME VIGNA

     La Bibbia paragona il popolo di Dio a una vigna che egli ama, protegge, cura e dalla quale aspetta un frutto duraturo. Anche noi siamo oggetto della benevolenza e della provvidenza di Dio. Purtroppo il popolo di Dio non ha risposto alle sue attese.

Is 5,1-7 (Ez 19,10-14): l’atteggiamento fondamentale di Dio verso di noi è di amore. La sua legge non è altro che   esigenza di amore e di santità.

Mc 12,1-11: in questo passo è riassunta tutta la storia del popolo ebreo che non fu fedele all’Alleanza. Esso     non ha riconosciuto il Figlio che è stato mandato per   coltivare la vigna e renderla feconda.

2 – “IO SONO LA VITE, VOI TRALCI” (Gv 15,5)

Gv 15,1-11: in questo passo è indicato un cambiamento decisivo    della nostra condizione nei confronti di Dio. Non è più   coltivazione esterna, ma interiorità reciproca tra Cristo   e noi: ”Chi rimane in me e io in lui”(v. 5).Tale     interiorità reciproca e comunicazione di amore e di vita.
     La vita passa dalla vite ai tralci tramite la stessa    linfa.

– Notiamo subito l’aspetto dinamico di questa vita: si tratta     di portare frutti.
– ”Senza di me non potete far nulla” (v. 5). Noi abbiamo     sempre la sensazione di potere fare poco, ma comunque    qualcosa! Gesù invece ci insegna che la nostra dipendenza      da lui e radicale. Tutto dipende da lui nell’ordine della    vita spirituale: quindi il nostro dev’essere un   atteggiamento di apertura, di accoglienza e di fiducia totale.
– Necessità della purificazione: ”Ogni tralcio che porta     frutto, lo pota”. Tale è la legge della vita: il     fruttificare suppone l’accettazione della sofferenza purificatrice.
1 Pt 1,3-9: I primi cristiani avevano coscienza viva della   necessità della prova per arrivare alla maturità della   fede e per loro questa prova poteva essere quella decisiva del martirio. Noi, invece, consideriamo ogni prova o sofferenza come cosa anomala, strana e non      capiamo che il Signore vuole da noi una vita sempre più bella. Come dice Platone:«Le cose belle sono difficili”!
– ”Portare molto frutto ed essere discepoli”(v. 8). L’unione con Cristo, e quindi limitazione della sua vita e     l’ascolto del suo messaggio, va sempre di pari passo con la fecondità della vita. Non solo la vita è feconda per   noi, e in tal modo ingenera la gioia, ma anche per gli      altri in quanto siamo rivelatori di Cristo e apostoli del      Vangelo.
– “Rimanete nel mio amore”(v. 9): questo amore è lo stesso che    passa dal Padre al Figlio e si diffonde noi per mezzo    dello Spirito Santo.


Passi Scritturistici

Is 5,1-7
1Canterò per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
2Egli l’aveva vangata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torree scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva,
ma essa fece uva selvatica.
3Or dunque, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
4Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha fatto uva selvatica?
5Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
6La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
7Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa di Israele;
gli abitanti di Giuda
la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

Ez 19,10-14
10Tua madre era come una vite
piantata vicino alle acque.
Era rigogliosa e frondosa
per l’abbondanza dell’acqua;
11ebbe rami robusti
buoni per scettri regali;
il suo fusto si elevò
in mezzo agli arbusti
mirabile per la sua altezza
e per l’abbondanza dei suoi rami.
12Ma essa fu sradicata con furore
e gettata a terra;
il vento d’oriente la disseccò,
disseccò i suoi frutti;
il suo ramo robusto inaridì
e il fuoco lo divorò.
13Ora è trapiantata nel deserto,
in una terra secca e riarsa;
14un fuoco uscì da un suo ramo,
divorò tralci e frutti
ed essa non ha più alcun ramo robusto,
uno scettro per dominare».
Questo è un lamento e come lamento è passato nell’uso.

Mc 12,1-11
1Gesù si mise a parlare loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. 2A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. 3Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. 4Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. 5Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! 7Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l’erede; su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra. 8E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. 10Non avete forse letto questa Scrittura: 
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d’angolo;
11dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri»?

Gv 15,1-11
1«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 9Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

1 Pt 1,3-9
3Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, 4per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, 5che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. 
6Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, 7perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: 8voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.