GIOVANNI 6
“Amerai il Signore, Dio tuo con tutto il tuo cuore”.
Questo e il primo comandamento. Non possiamo osservarlo senza
che prima capiamo che la nostra è risposta all’amore di Dio. Oggi
meditiamo l’aspetto personale dell’amore di Dio per noi.
1 – “IO CONOSCO LE MIE PECORE” (Gv 10,1-18)
L’amore di Cristo per noi si rivolge alla nostra persona e richiede una risposta personale.
– “Chi invece entra per la porta”. Il rapporto con Dio in Cristo è
fondato su un desiderio insito nella nostra natura spirituale. Perciò
porta alla realizzazione più profonda della nostra personalità: ”Fecisti nos ad te, Deus, et irrequietum est cr nostrum donec requiescat in Te”(sant’Agostino).
Per riconoscere il buon pastore bisogna sgombrare il nostro cuore da ogni affetto disordinato.
– v. 9: ”Io sono la porta”.
Nella diversità delle voci che sentiamo, una sola ci conduce alla vera vita e alla vera gioia: la voce del Vangelo.
– v. 10: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
La parola di Cristo è parola di vita. Per realizzare bene la
vita cristiana bisogna aprirsi al senso profondo e autentico della
vita. Seguendo san Francesco d’Assisi, ci apriamo a ogni bellezza e a
ogni gioia. Anche nelle rinunce si nasconde una gioia duratura.
– v. 14: ”Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”.
Come capire questa conoscenza personale reciproca, se non
attraverso l’esperienza del rapporto personale umano, dell’amicizia,
dell’amore umano, del vero amore filiale?
La conoscenza delle persone suppone l’amore e cioè, l’apertura reciproca, benevola, gratuita.
Noi quindi esistiamo nella conoscenza e nell’amore di Dio attraverso il cuore di Cristo risuscitato.
2 – DIO DIMORA IN NOI (Gv 14,15-23)
Facciamo un altro passo avanti nella nostra comprensione dell’amore di Dio per noi. Spesso concepiamo la conoscenza di Dio e il nostro amore come raggi di un astro lontano, sempre bello ma distante. Al nostro senso della trascendenza di Dio dobbiamo aggiungere quello della massima vicinanza: Dio vive nel centro dell’anima nostra. Anzi, “centro dell’anima è Dio” il vero senso di Dio suppone quindi quello della trascendenza e quello dell’immanenza e dell’interiorità: “Deus interior intimo meo”(sant’Agostino)
– vv. 16-17: lo Spirito Santo dimora in noi. E come acqua viva, è soffio e fuoco. Tutti questi simboli indicano l’integrità e la mobilità dello Spirito Santo.
– v. 20: In Dio stesso c’è interiorità e compenetrazione totale fra le tre Persone Divine. Anche tra Cristo e noi c’è compenetrazione nella misura in cui viviamo nel suo amore.
– v. 21: ”mi manifesterò a lui”. Dio fa la sua dimora in noi, ma non rimane quale oggetto inerte, bensì come sorgente della vita. La manifestazione di Dio in noi sarà innanzitutto manifestazione di vita, ma anche manifestazione di rapporti personali nell’amore.
Passi Scritturistici
Gv 10,1-18
1«In verità, in verità vi dico: chi
non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra
parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il
ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. 11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il
mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non
appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il
lupo le rapisce e le disperde; 13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E
ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo
condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un
solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno
me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di
offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho
ricevuto dal Padre mio».
Gv 14,15-23
15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17lo
Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e
non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e
sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21Chi
accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama
sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». 23Gli
rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio
lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.